Fabriano, carta formato A2

7 marzo 2020.

La parola “coronavirus” è diventata da qualche settimana piuttosto familiare a Fabriano, come nel resto del mondo. Al PalaGuerrieri sale la Sutor Montegranaro, ma gli spalti sono tristemente vuoti: niente pubblico, meglio evitare assembramenti in attesa di capirci qualcosa di questo virus che viene dalla Cina. I gialloblu reggono un quarto, poi la Ristopro fa la Ristopro e riscatta il ko di misura di due settimane prima nello scontro al vertice contro la Tramec Cento. Neanche il tempo di gustarsela e, il giorno dopo, la doccia fredda: campionato fermato fino a nuovo ordine, un nuovo ordine che non arriverà mai.

«Abbiamo solo posticipato la vittoria di un anno, sono sicuro che avremmo vinto anche l’anno scorso». Firmato Daniele Merletto, subito dopo la sirena della gara 5 che riconsegna Fabriano alla Serie A2, 13 anni dopo l’infausta fine dell’era Mellone che in un pomeriggio di fine primavera spedisce a Roseto il titolo sportivo e cancella dai radar il Fabriano Basket.

Esercizio onanistico sterile, ma che tiene banco già nella primavera dell’“andrà tutto bene”, portando a una seconda riflessione in casa Janus: capitalizzare quanto di buono costruito in quei 2/3 di stagione e puntare a un ripescaggio/acquisto di un titolo per la A2 subito o evitare salti nel buio, anche sul fronte economico (giocare a porte chiuse per una realtà come Fabriano significa anche lasciar giù centinaia di migliaia di euro di incassi) per conquistarsi sul campo un’altra promozione?

Foto: Janus Basket Fabriano

Le posizioni sono contrastanti anche all’interno della società: chi tira da una parte, chi tira dall’altra, alla fine passa la linea “conservatrice”: restiamo in B e ci riproviamo. Ma come? Anche qui si apre un bivio: confermare più o meno in blocco una squadra che era prima allo stop del campionato o rimescolare le carte per provare a fare ancora qualcosa in più?

Passa una linea a metà strada tra le due.

La certezza è coach Lorenzo Pansa e non solo per una questione di contratto. La sua Ristopro è un orologio, grinta e organizzazione sono i suoi marchi di fabbrica, un piacere vederla giocare quando non trova ostacoli sul suo terreno. E il tecnico piemontese tiene con sé i suoi “pretoriani”: Daniele Merletto, che aveva lanciato nell’empireo dei grandi play della Serie B negli anni di Moncalieri; Francesco Paolin, utilissimo giocatore di rottura in uscita dalla panchina; Luca Garri, vabbè, questo non ve lo dobbiamo presentare; Todor Radonjic, la “sorpresa” della stagione, arrivato da free agent per tappare il buco dell’infortunio dell’allora capitano Nicolò Gatti e capace in poche settimane di soffiargli il posto.

Un bell’andare come base di partenza.

Il vero tallone d’Achille della Janus 19/20 era stato uno solo: la squadra era paradossalmente così perfetta nell’esecuzione dall’andare in crisi nei momenti in cui perdeva il filo. L’idea quindi è quella di sacrificare due grandi finalizzatori come Del Testa e Petrucci per puntare su qualcuno capace di inventare fuori dagli schemi, di alleggerire il peso offensivo sulle spalle del 38enne Garri e di fare tutto ciò senza diventare un “glitch” del sistema. La scelta cade su Roberto Marulli, uno che la Serie B l’aveva quasi vinta dopo una cavalcata ai limiti del leggendario con la cenerentola Agropoli nel 2016 e che poi si era ritagliato un ruolo di giocatore di rottura alzandosi dal pino in A2. Però il bergamasco transitato da Montegranaro (sponda Poderosa) è anch’egli un play, seppur di caratteristiche diametralmente opposte a Merletto. Farli coesistere è la scommessa da vincere «Ne abbiamo parlato, Merletto è un play puro, ma nelle idee al momento dovremmo partire in quintetto insieme dividendoci le responsabilità – spiegava Marulli nell’episodio 20 di Immarcabili – considerando il fatto che ormai il basket moderno negli ultimi anni va verso una divisione tra piccoli e lunghi, più che tra ruolo e ruolo. Play, guardia, ala piccola ormai cambia poco, tutti possono giocare il pick’n’roll, portare palla, iniziare l’azione, finirla. Questa cosa mi piace molto, alternare situazioni è stimolante».

Ad affiancare la “strana coppia” nel teorico quintetto biancoblu è Andrea Scanzi, difensore cinque stelle extralusso ma anche giocatore capace di colpire col tiro piazzato o con un fade away di nowitzkiana memoria. La dolorosa rinuncia a capitan Francesco Fratto, che torna in Toscana sponda Chiusi, spinge invece la dirigenza cartaia a puntare su Francesco Papa, lungo non certo per statura (198 i centimetri ufficiali, ma restiamo dubbiosi) ma una vera dinamo per energia, verticalità e capacità di rollare. Ma per dare ulteriore profondità al reparto ecco un altro ex Cesena come Scanzi e Papa ovvero Tarik Hajrovic, serbo classe 2000 scolpito nel marmo che sembra l’ideale alter ego di Garri. Due cognomi importanti come Alibegovic (Denis, figlio di Teoman e fratello di Amar e Mirza) e Di Giuliomaria (Jona, figlio di Christian) completano i 10 e quando giunge l’ufficialità dell’inserimento in un girone che comprende Abruzzo, Marche, Veneto e Friuli, schivando le pericolose insidie emiliano-romagnole (hai detto Rimini o Piacenza?) e laziali (hai detto Rieti?) il coro è pressoché unanime: c’è poco da scherzare, questa Ristopro non può non far suo uno dei quattro posti a disposizione per salire in A2.

Foto: Janus Basket Fabriano

Ma che il Fato abbia voglia di divertirsi lo si capisce già a settembre, quando siamo ancora lontani dall’inizio del campionato. «La prima volta che sono entrato nel vostro palazzetto ho detto: wow, ma questi giocano la Serie B?», aveva detto Hajrovc presentandosi ai suoi nuovi tifosi. Tifosi che in realtà non conoscerà mai: un problema al visto ne ritarda oltremodo l’arrivo in Italia, così la società decide di mollarlo e di puntare su Bozo Misolic, uscito prestissimo con le ossa rotte dal tritacarne del folle mercato reatino dopo una stagione discreta in quel di Valmontone.

Sembra solo un incidentello di percorso (bene o male parliamo del quarto lungo), anche perché le prime uscite stagionali in Supercoppa lasciano ben sperare: filotto di vittorie nel gironcino a quattro contro Empoli, Chiusi e Firenze, tutto liscio anche negli ottavi contro San Miniato, la Final Eight di Cento è realtà. Sarebbe solo prestagione, ma lo scontro è troppo ghiotto per essere snobbato: nei quarti (dopo soli due giorni dal successo su San Miniato) c’è la Real Sebastiani Rieti, la nuovissima realtà nata per raccogliere l’eredità della storica società sabina e fare la guerra all’altra società cittadina, la Npc che milita in A2. I reatini hanno allestito un roster da far tremare i polsi e visto che i playoff incrociati con il girone D potrebbero anche far ritrovare le due squadre una di fronte all’altra anche più avanti sicuramente al test tengono entrambe in modo particolare. Rieti, peraltro falcidiata da un focolaio covid, piazza 40’ di difesa a zona Promozione style, Fabriano prova a scardinarla solo col tiro da fuori con risultati discutibili e così matura una sconfitta ben più sonora del 60-72 finale. Primo campanellino d’allarme. «Non siamo una squadra compatta al momento, una squadra che dai momenti difficili riesce ad uscire col gioco corale – non ci gira tanto attorno Merletto nella puntata numero 28 di Immarcabili, quella che arriva subito dopo il weekend centese – credo sia anche abbastanza normale, non avendo potuto fare amichevoli. Quindi a livello tecnico ci può stare, ma l’atteggiamento non è accettabile, dobbiamo lavorare molto su questo».

I primi mugugni sulla coesistenza del nuovo capitano con Marulli iniziano a filtrare, ma è ancora troppo presto per far salire i problemi oltre il livello di guardia. «Io mi adatto a tutto, dipende dalle situazioni. Sono contentissimo di avere un giocatore come Roberto, ci saranno partite in cui si prenderà lui più responsabilità, altre in cui toccherà a me, altre in cui ci saranno altri protagonisti. Questa cosa mi interessa relativamente, in una squadra come questa ciò che conta è iniziare e vincere e soprattutto vincere l’ultima partita dell’anno»

Profetico.

Foto: Janus Basket Fabriano

Non c’è tempo per rimuginare troppo, la stagione è alle porte. La suddivisione del girone C in due sotto-gironi porta Fabriano a vedersela solo con marchigiane ed abruzzesi nella prima fase, allontanando lo “spauracchio” Cividale. La Janus, tra impegni a ritmo serrato e acciacchi che colpiscono a turno gran parte del roster, inizia come deve, con due comode vittorie su Montegranaro e Teramo, ma al primo banco di prova importante, sul campo del PalaMaggetti di Roseto, i biancoblu ci lasciano le penne. Sembra solo uno scivolone, anche perché la Ristopro si rilancia con le comode vittorie con Civitanova e Giulianova e quella più sudata nel derby di Jesi. Ma la convivenza tecnica Merletto-Marulli è ancora ben lontana dall’ottimale e Garri è lontano parente soprattutto difensivamente del top player visto un anno prima e allora al secondo ostacolo di livello, Ancona, ecco il nuovo rovescio.

Proprio le fatiche dell’ex azzurro spingono la società a mettere le mani al roster. Via Denis Alibegovic, scalzato nelle rotazioni di coach Pansa da un sorprendente Gianmarco Gulini, pescato dalla C Silver del Loreto Pesaro e diventato rapidamente una preziosa pedina nel ruolo di 3&D. Ma soprattutto via Bozo Misolic, che non si è dimostrato all’altezza della situazione e dentro, da Orzinuovi, l’imponente Kurt Cassar. «Un 4 nel corpo di un 5», lo definisce Pansa, facendo riferimento soprattutto alla sua mano educata anche dalla media e lunga distanza. Ma i dubbi sono due ordini: la mobilità, visti i 208 centimetri e la non certo fenomenale rapidità di piedi, e soprattutto l’abitudine a giocare, essendo reduce da un paio di stagioni tra Torino e Orzinuovi a fare da punching ball d’allenamento. Ma l’impatto è tragico. Il centrone scovato dalla Stella Azzurra Roma a Malta sembra un pesce fuor d’acqua, sbaglia anche i più facili dei lay-up e contro la cenerentola Montegranaro arriva la più inattesa delle sconfitte casalinghe.

Pandemonio.

Foto: Janus Basket Fabriano

La settimana che va dal mancato canestro sulla sirena di Merletto di domenica 24 gennaio alla palla a due del match di Teramo di sette giorni dopo è un ribollire di voci, critiche, ripensamenti. Tutti sembrano sulla graticola, la società sembra pronta anche a sacrificare qualche pezzo importante del roster per trovare una quadratura che non arriva mai. Merletto, Garri, Marulli, Paolin, tutti sono in discussione. Ma alla fine la Janus non si muove e scende al Palasport dell’Acquaviva di Teramo, il 31 gennaio, con tanti punti interrogativi.

La Ristopro è paralizzata dai suoi fantasmi e quando precipita addirittura a -16 in apertura di terzo quarto l’incubo della terza sconfitta in fila, che allora sì imporrebbe una rivoluzione, sembra davvero reale. Ma la Rennova ferisce ma non uccide la bestia ferita. E allora i biancoblu prima si leccano le ferite e poi si aggrappano a quello che in un anno è passato da meteora a padrone: Todor Radonjic. Lo show del montenegrino nell’ultimo quarto è abbacinante, anche al di là delle quattro triple in rapida successione che ribaltano la partita come un calzino: “Tosho” segna 13 dei suoi 23 punti finali nel cuore del quarto periodo, aggiungendoci rimbalzi e difesa che annichiliscono Teramo e rimettono in carreggiata una Janus in sbandata incontrollata, dentro e fuori dal campo. «Innanzitutto dedico questa vittoria a quel gruppo di tifosi che in questo periodo di merda di distanziamento sociale e potere nel rapporto umano lasciato ai social network è venuto a darci del coraggio prima della partenza della squadra e ne avevamo bisogno – rimarca un Pansa visibilmente scosso a fine gara – sembro matto nel dirlo ma questi ragazzi meritavano di vincere. Lo meritavano perché hanno fatto due settimane di lavoro eccellente. Arrivavamo in grande difficoltà a questa partita a livello di fiducia e penso che nel primo tempo si sia visto tutto. Ma oggi contava vincere, non mi viene di parlare di letture tattiche. Nel primo tempo abbiamo preso buoni tiri ma totalmente in sfiducia abbiamo fatto 0/11, nel secondo tempo di palle e di garra abbiamo messo sei triple. È evidente che palle e fiducia contino più di tutto il resto in questa stagione così».

Sembra il più classico dei turning point della stagione. La Janus inizia a carburare per davvero, devasta Roseto vendicando la sconfitta del match di andata ritrovando il Merletto dei giorni migliori, trova sempre più certezze nei quintetti piccoli con Radonjic e Papa a mixare esplosività e aggressività sotto canestro, ma soprattutto sembra aver scacciato le paure una volta per tutte. Le sei vittorie consecutive con le quali i cartai chiudono la prima fase valgono primo posto e qualificazione alla Coppa Italia, ma la striscia continua per altre due partite, quelle che aprono la fase “unificata” della regular season contro le due Padova, Unione e Virtus. Il 97-70 con il quale il 24 marzo la Ristopro si sbarazza della Antenore Energia è un manifesto dello strapotere fabrianese: un Cassar finalmente incisivo consente a Pansa di trasformare Garri in uomo di rottura dalla panchina, Marulli e Merletto si alternano perfettamente nel ruolo di guida del reparto esterni, Scanzi è sempre in missione sull’uomo più pericoloso degli avversari («Me lo sono sognato di notte», confessa il play di Civitanova Lorenzo Andreani dopo il trattamento subito dall’esterno di Gardone Val Trompia). Le cose non potrebbero andare meglio.

Foto: Janus Basket Fabriano

E invece la Janus non ha fatto i conti con la sfortuna.

Nell’immediato post-Padova, iniziano a saltare fuori i primi casi di positività al covid-19. Uno, tre, sette, il conto si aggiorna ora dopo ora, toccando il massimo a quota 15. Quasi tutto il gruppo squadra (giocatori più staff) finisce chiuso in casa con sintomi più o meno gravi. Merletto è quello che paga il conto più salato, anche se la sua situazione resta sempre sotto controllo. Inizia la sequela dei rinvii, salta anche la partecipazione biancoblu alla Coppa Italia. Poi, come se non bastasse, un’altra tegola: dopo voci che si erano iniziate a diffondere già da qualche giorno, il sindaco di Fabriano Gabriele Santarelli mette i sigilli al PalaGuerrieri. «L’esito delle analisi condotte dall’ingegnere incaricato di eseguire la verifica sismica e dello stato della struttura in legno della copertura – spiega il primo cittadino – ha riscontrato problemi in tutti gli elementi della struttura: parti in legno del tetto e delle controventature laterali, tribune». Risultato: chiusura della struttura a tempo indeterminato.  Per farla breve: il 14 aprile 2021 la Ristopro ha mezza squadra a letto e non ha una casa. «Lì mi sono davvero preoccupato – ricorda Pansa – e lo sono stato ancora di più dopo aver visto la prima partita dopo quel mese di stop, a Mestre».

Il coronavirus molla la presa dopo un mese, la Ristopro torna ad allenarsi e il 25 aprile, con giusto un paio di sedute sulle gambe, i cartai salgono in Veneto per sfidare la Vega di coach Coen senza Merletto e Garri, quest’ultimo costretto a combattere anche con dei problemi fisici, ma con un Santiago Boffelli in più: il 38enne argentino è free agent dopo aver lasciato Palermo e in un periodo del genere una mano può sicuramente aiutare. La prestazione mestrina della Ristopro è raccapricciante almeno per tre quarti, anche se tutto sommato Marulli e compagni restano in partita fino alla fine più con l’orgoglio che con qualità e lucidità: un ko sa di fosco presagio, alla vigilia di un rush finale che vede Fabriano costretta a giocare le ultime sei partite di regular season nell’arco di due settimane. «E’ la partita che in questo momento possiamo fare, dopo un mese così», commenta laconico Scanzi dopo la doccia gelata del PalaVega. Se non è una resa, poco ci manca. Anche perché nei tre incontri all’orizzonte Fabriano incontra le altre tre big del girone: Cividale, San Vendemiano e Vicenza. Il tutto in un palas “nuovo” per questo gruppo: il PalaCarifac di Cerreto d’Esi e pure senza Paolin, infortunatosi in Veneto.

Ridotta ai minimi termini e con le spalle al muro, la Janus sfodera una prova d’orgoglio che forse Cividale, reduce da 10 vittorie in fila, non si aspettava. Radonjic e Cassar (e la difesa a zona) annichiliscono gli spauracchi Fattori-Battistini, si rivede Merletto a dare qualcosa dalla panca e per Fabriano è uno squillo che cambia ancora una volta l’inerzia della stagione. Passano 48 ore, arriva San Vendemiano con la sua debordante fisicità: Fabriano la accetta in maniera quasi incosciente, ma batte anche i veneti e lo fa sul suo terreno, quello della corsa. «Commoventi», commenta Pansa al 40’. Ma il capolavoro la Ristopro lo completa dopo altre 48 ore, piegando Vicenza con un Radonjic fantascientifico e prendendosi addirittura il primo posto matematico con due giornate di anticipo.

Chiaro che dopo tutto quello che ha affrontato nell’ultimo mese e mezzo, coach Pansa opti per un ampio turnover per le ultime due, ininfluenti partite contro Senigallia e Monfalcone. L’ampio spazio ad under e “seconde linee” si traduce in due sonore batoste, preventivate e preventivabili, ma che un effetto lo riverberano anche sull’ingresso nei playoff, che vedono la Ristopro trovarsi subito davanti una squadra insidiosa come la Geko Sant’Antimo. I campani sono squadra esperta e profonda, partita male ma venuta fuori alla distanza e con giocatori come l’ex capitano fabrianese Filiberto Dri, Carlo Cantone e Tommaso Carnovali meglio non scherzare. E invece la Janus scherza in gara 1, facendosi sorprendere e inanellando così la terza sconfitta in fila, stavolta ben più sanguinosa delle precedenti due. «Cose che succedono nei playoff, l’importante è resettare subito», predica a caldo Radonjic. Ed è proprio lui a prendere in mano la Janus, specie nelle due gare di Sant’Antimo, che firma con 51 punti con 9/20 da 2, 7/13 da 3, 12/13 ai liberi e 13 rimbalzi. Imprendibile.

Foto: Janus Basket Fabriano

In semifinale la sfida è ancora più insidiosa: la sfidante è la Rucker San Vendemiano, che sembra aver finalmente trovato la quadra dopo una stagione sulle montagne russe, anche grazie a un Andrea Tassinari che ha approcciato i playoff da alieno. E come un alieno cala sul PalaCarifac nelle prime due gare della serie. Totalmente fuori controllo per la difesa biancoblu, anche per il mastino per eccellenza Scanzi: 23 punti con 9/14 dal campo in gara 1, addirittura 28 in gara 2, anche se Fabriano oltre alle scorribande del talento di scuola Virtus Bologna soffre da matti anche l’impatto in area di Jacopo Vedovato. Al di là delle spieghe, quello che conta però è che Fabriano è sotto 0-2 con all’orizzonte una o due gare da disputare in trasferta. Questo per impattare la serie, perché poi ci sarebbe la bella e non è detto che giocarla in casa sia così positivo, visto che Merletto e compagni sono 1-3 al PalaCarifac nei playoff. «Non ne farei un dramma, siamo nella stessa situazione di due giorni fa: dobbiamo vincere tre partite – prova a prenderla con filosofia l’amante del Giappone “Akira Kenzo” Scanzi – ne abbiamo vinte già due in trasferta con Sant’Antimo: andremo lì a giocarci le nostre chance».

Un passetto alla volta, una vittoria alla volta, meglio non guardare troppo in avanti. La Ristopro fa ciò che deve in gara 3, aggrappandosi di nuovo a un immenso Radonjic (29+10, per gradire), per poi impattare in gara 4 con un Cassar da 18+15 che annulla Vedovato e silenzia lo strapotere nel pitturato della Rucker. «Siamo dove volevamo essere non dopo gara 2, ma all’inizio della serie», dice Pansa dopo gara 4 di una serie a dir poco pirotecnica.

A gara 5 la Janus arriva con il vento in poppa delle due vittorie esterne che hanno ribaltato emotività e inerzia, ma evidentemente Sanve non lo sa. Tassinari e soci ritornano quelli visti nelle prime due sfide di Cerreto, prendono in mano la gara sin dal via, poi nel terzo quarto sembrano spaccarla per davvero trovando un inaspettato protagonista nel giovane Giordano Durante: sono i suoi tre canestri ad alimentare il break ruckerino e da +7 gli ospiti decollano a +19: bomba del vice-Tassinari per il 30-49 al 25’, timeout Fabriano, ma stavolta sembra davvero il canto del cigno.

Foto: Janus Basket Fabriano

«L’inizio del terzo quarto è stato uno shock. Poi… boh!».

Basta una scintilla e dal nulla cosmico dei primi 25’ della serata nasce un incendio che divora minuto dopo minuto un’impotente San Vendemiano. Una scintilla accesa, tanto per cambiare, dal solito Radonjic ma il sacro fuoco che pervade i cartai ci mette poco a divampare. A fine terzo quarto la Ristopro è già tornata a -7 (44-51) cavalcando un parzialone di 14-2, poi arriva Marulli, che decide di sfoderare la sua miglior partita di un’annata di alti e bassi quando la posta si fa altissima: la sua tripla del sorpasso sul 58-56 a 3’ dalla sirena (punti numero 20, 21 e 22 della sua serata) sono un cazzotto nello stomaco alla Rucker, che pure reagisce e ritorna avanti aggrappandosi a un immenso Tassinari. La differenza in un finale da infarto la fa un glaciale Merletto: sono tutti suoi gli ultimi 7 punti biancoblu, compresi i liberi della staffa per il 68-62 finale. La Ristopro è la prima squadra nella storia della Serie B con il format attuale (quindi dal 2014/2015) a riuscire a ribaltar una serie di playoff dopo aver perso le prime due partite. Piccolo dettagli: le prime due partite erano in casa e in gara 5 la Janus era a -19 a 15’ dalla sirena. «Se non ci fosse stato il pubblico, da -20 saremmo andati a finire a -40», dice Merletto nel post-gara. Eppure erano solo in poche centinaia: sembravano 4.000.

Ora manca solo l’ultimo atto. La Gesteco Cividale ha buttato fuori a sorpresa Taranto ribaltando il fattore campo, ma paradossalmente sembra squadra maggiormente alla portata della Janus, che ha lungi atipici per arginare lo spauracchio Battistini e in generale un impatto fisico-atletico ben diverso da quello di San Vendemiano. E le prime due gare della serie, quelle di Cerreto, sembrano confermare la tesi: +23 in gara 1, +29 in gara 2 con due partite fotocopia, nelle quali i friulani reggono per 20’ poi si schiantano contro una squadra che ora sembra davvero in missione. Al di là delle dichiarazioni di facciata, è chiaro che tutti si aspettino di chiudere i conti a “Pillalandia”, se non già in gara 3 al massimo in gara 4.

Ma Cividale ha altri programmi, riesce ad arginare lo strapotere offensivo fabrianese e tiene la partita in equilibrio fino all’ultimo giro di lancette. La Ristopro li approccia avanti di 2, fallendo l’occasione per scavare un solco ampio due possessi con Papa che fa 1/2 dalla lunetta a 49” dalla sirena (59-62). La tripla di un fin lì invisibile Chiera regala il pareggio a quota 62 con ancora una trentina di secondi da giocare, ma Scanzi fallisce dall’arco il cesto che varrebbe partita, serie e stagione. Non sarebbe un dramma, la strada verso l’overtime è ancora apertissima. Battistini (2/12 da 3 nella serie, 0/8 delle due gare di Fabriano) ha però altri programmi: la sua bomba a 1” dalla fine vale il 65-62 e il primo punto cividalese nella serie. L’impressione è che sia stato più un regalo fabrianese che altro, ma Pansa ammonisce tutti: «Se qualcuno pensava di venire qua in gita per fare la cavalcata trionfale sbagliava di grosso». E infatti in gara 4 Cividale controlla praticamente per tre quarti e mezzo, salendo fino al +14 (65-51) con 7’ da giocare su una Janus irriconoscibile fino a quel punto. Poi un’altra scintilla, come con San Vendemiano: Merletto e Radonjic accendono la speranza e, quasi senza accorgersene, la Janus rientra addirittura a -1. Rota a 8” fa 1/2 in lunetta per il 71-69 per i padroni di casa, ma Merletto ha in mano la palla di pareggio o vittoria. Scanzi piazza il blocco su Chiera a metà campo per consentire al compagno di prendere velocità verso canestro, per l’arbitro il blocco è irregolare: ne nasce un mezzo parapiglia con coach Pansa in campo e la panchina biancoblu inviperita (non senza ragioni). Chiera, però, è glaciale dalla lunetta e il 73-69 finale significa 2-2 nella serie: la Ristopro dovrà prendersi la A2 a gara 5, cui però stavolta arriva con l’amarezza di due sconfitte consecutive. Addirittura i biancoblu rischiano di dover giocare la partita dell’anno in campo neutro per la bizzarra decisione del giudice sportivo di squalificare il PalaCarifac dopo i fatti del finale di Cividale. Squalifica che viene comunque commutata in ammenda, per cui la Janus potrà comunque giocarsela a Cerreto, con qualche centinaio di tifosi sugli spalti e qualche migliaio ad attendere tra il parcheggio e i maxi schermi allestiti in città.

Foto: Janus Basket Fabriano

Sembrano non passare mai quei tre giorni tra domenica 20 e mercoledì 23 giugno. L’attesa è spasmodica per una città che dopo 13 anni di oblio vede quella sua nuova creatura, che non è il Fabriano Basket delle origini ma che ha imparato ad amare come un tedoforo che ne ha raccolto il testimone, a un passo da un sogno difficile da immaginare nell’estate 2011, quando la Janus ri-nasceva dalle ceneri della Blues Fabriano e ripartiva dal campionato di Promozione. Una scalata inesorabile, campionato vinto dopo campionato vinto e ora che il traguardo è così vicino le gambe un po’ tremano.

Per la partita da non fallire, Pansa fa una scelta tecnicamente ineccepibile ma tutt’altro che semplice per tanti motivi: fuori dai 12 Luca Garri, cui la combo covid-infortuni ha fatto precipitare il rendimento sotto il livello dell’accettabilità (se escludiamo il sussulto d’orgoglio da 13+6 in gara 2 contro Sanve, la stella biancoblu ha confezionato appena 7 punti e 7 rimbalzi complessivi in 47’ dopo la sosta forzata dettata dal virus), dentro Santiago Boffelli. «Mi è dispiaciuto tantissimo, è stata una scelta che ho condiviso con lui – svela il coach piemontese – il problema di Luca è che è un ragazzo della mia età che è stato fermo per il covid e poi ha avuto 3-4 acciacchini fastidiosi: è stato fermo un mese per il virus come tutti noi, rientra e si scaviglia. Supera quello e si fa male al ginocchio. Onestamente dal 24 marzo non è mai riuscito a rientrare davvero. La scelta è maturata perché Cividale ci chiudeva molto l’area per cui abbiamo voluto avere una rotazione in più per gli esterni, usare un po’ Scanzi da 4 e Papa e Cassar ad alternarsi come 5. Poi abbiamo vinto per cui “abbiamo avuto le palle di farlo”, se avessimo perso saremmo stati degli incapaci. Abbiamo scommesso, è andata bene».

Foto: Janus Basket Fabriano

La tensione a gara 5 ovviamente si taglia col coltello. La partita è ruvida, l’equilibrio praticamente intatto per tutto il primo tempo anche se Fabriano fa più volte le prove di fuga. Come in gara 1 e gara 2, la musica cambia al rientro dagli spogliatoi. Bomba di Marulli e canestro di Scanzi alimentano lo strappo fabrianese, la Gesteco tiene botta ma fa fatica stavolta a ricucire. Il vantaggio non si divarica, ma i friulani si spengono pian piano, franando pericolosamente dopo aver perso Miani per un infortunio alla caviglia. Il colpo di grazia lo assesta Marulli, scoccando la tripla del +14 a 3’ dalla sirena. Cividale si inginocchia, tutta Fabriano ora può urlare: è A2, che la festa abbia inizio.

Foto: FIP Marche

Il filo è riallacciato, la storia può riprendere da dove si interruppe nella calda estate del 2008. Passata la sbornia, le sfide della Janus A2 edition saranno di due tipi: tecnica, per far convivere la voglia di confermare gli eroi che fecero l’impresa con la necessità di inserire i pezzi giusti per consolidarsi tra le realtà del secondo campionato nazionale; logistica, trovando la soluzione meno dolorosa all’indisponibilità del PalaGuerrieri (ampliamento di Cerreto? Jesi? Ancona? Osimo? Foligno?). Ma questo è già futuro, è già una nuova pagina di storia da scrivere. Quella su cui è stato appena messo un punto andrebbe messa in un museo. Una pagina di carta, rigorosamente Fabriano.

Foto: Janus Basket Fabriano

di Marco Pagliariccio